Che cos’è un ciclo economico?
Un ciclo economico viene definito come un periodo ricorrente di espansione e contrazione della produzione aggregata. Nello specifico, un ciclo economico è caratterizzato da una fase espansiva in cui il PIL di un Paese o di un gruppo di Paesi cresce rapidamente e una fase di recessione in cui il PIL decresce per almeno due trimestri consecutivi. Le fasi recessive sono relativamente più brevi della fase ascendente del ciclo e durano circa 12-18 mesi. Di seguito si può osservare il trend di un ciclo economico.
Ciclo economico: uno sguardo alla crisi 2020
Negli ultimi due anni ci si è chiesti quale sarebbe stato l’evento che avrebbe innescato la fase recessiva e come i mercati avrebbero anticipato questo evento. Normalmente i mercati anticipano di 3/6 mesi gli eventi negativi e positivi. Effettivamente, la fase ascendente del ciclo economico, cominciata in seguito al tramonto della crisi del 2008, è stata lunghissima, circa 11 anni. Con la crisi di marzo 2020 può dirsi iniziata una fase discendente del ciclo economico.
Solo i più esperti, con un’attenta analisi del grafico sotto-riportato, a fine 2019 potevano ipotizzare l’imminente arrivo di una fase recessiva
Quest’ultimo grafico rappresenta l’andamento dell’indice del S&P 500, l’indice che si prende come riferimento quando si vogliono analizzare i mercati. Le bande grigie verticali rappresentano le fasi recessive dei cicli economici che si sono susseguite fino ai giorni nostri. I tratti rossi, invece, evidenziano i periodi in cui il rendimento dei TBond (obbligazioni emesse dagli Stati Uniti) a 2 anni supera il rendimento dei TBond a 10 anni. In concomitanza di questi periodi, gli operatori si aspettano l’imminente inizio di una fase di recessione. (Le ultime nove volte in cui ciò è successo si è sempre verificata una recessione). Normalmente i TBond a 10 anni sono più remunerativi dei TBond a 2 anni. Se vale il contrario, dunque il bond a due anni risulta più rischioso rispetto al bond decennale, significa che gli investitori si sentono più sicuri nel comprare bond a lunga scadenza rispetto quelli a breve, a costo di incassare un minor rendimento. Ciò suggerisce un peggioramento della fiducia delle persone nel sistema economico: gli investitori si attendono un deterioramento delle condizioni economiche e quindi acquistano titoli “più a lungo” nell’attesa di vedere come evolve la situazione “più a breve”.
Osserviamo ora il grafico seguente, che illustra l’andamento dell’indice S&P 500 dal 2011 fino a al 2020.
Si può notare come il mercato sia cresciuto di circa il 400% in 9 anni. Tuttavia, in pochi giorni, tra febbraio/marzo 2020 il mercato ha perso circa il 25% di quanto aveva accumulato dal 2011. Sì, i mercati salgono piano piano, ma scendono anche molto velocemente. In questo senso si è soliti dire: “si sale con le scale e si scende con l’ascensore”.
Che cosa ha fatto crescere i mercati così tanto e perché il ciclo è durato più a lungo di qualunque altro ciclo precedente?
Dopo la crisi del 2007-2009 le banche centrali hanno iniziato un programma di continua immissione nel sistema di liquidità per stimolare l’economia, far partire l’inflazione e di conseguenza ridurre il debito. Questi programmi (definiti di Quantitative Easing – QE) invece di far arrivare la liquidità nel tessuto economico così da stimolare la domanda, hanno di fatto finanziato prevalentemente i grandi gruppi, le grandi banche e i grandi fondi che, trovandosi denaro quasi illimitato e praticamente gratuito si sono finanziati e hanno investito nei mercati finanziari (le cosiddette operazioni di BUY BACK). Dal 2009 al 2019 le operazioni di buy back sono aumentate drasticamente. Di conseguenza denaro molto facile a prezzi quasi nulli ha portato a un indebitamento che si è riversato sui mercati finanziari “drogandone” i prezzi. Inoltre, spesso le aziende che avevano accesso al credito molto facile, hanno usato sia i maggiori utili sia i soldi presi dal mercato grazie alle emissioni di prestiti obbligazionari per acquistare sul mercato azioni proprie. Ovviamente tutto ciò non poteva durare per sempre e il coronavirus ha corretto il tiro, portandoci in poco tempo da una fase ascendente a una discendente.
In conclusione, le correzioni di mercato sono cicliche, come è ciclica l’economia; questa è una certezza. L’unica variabile, estremamente importante, è che nessuno di noi può conoscere con precisione quando comincia la fase di correzione. Come però abbiamo visto prima ci possono essere dei segnali predittivi che consentono di non cadere in un’euforia irrazionale.
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