Dopo alcuni giorni di incertezza, Joe Biden ha vinto le elezioni presidenziali americane.

I messaggi di congratulazioni di tanti politici europei compresi il Commissario Europeo per l’Economia Paolo Gentilloni e il Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli hanno racchiuso  anche un augurio e un invito ad una più fattiva collaborazione.

Durante il mandato di Trump l’Italia è riuscita a mantenere e in alcuni casi aumentare  gli scambi commerciali con gli Stati Uniti, apparentemente non risentendo del  deteriorarsi delle relazioni internazionali, ma è inevitabile che i diversi programmi in materia di politica estera (rapporto con la Cina in primis) ed economia, avranno un impatto significativo sul commercio che interesserà anche il nostro paese.

Il colosso cinese, principale bersaglio della Guerra economica Trumpiana, può certamente  gioire ma solo in parte, perché i benefici derivati dal cambio di presidenza potrebbero rivelarsi solo apparenti. Infatti, l’intensificazione dei rapporti commerciali della Cina con i paesi europei, compresa l’adesione dell’Italia alla “Via della seta” del marzo 2019, sono tutt’ora visti dagli Stati Uniti con ostracismo, per cui non è immaginabile un allentamento della pressione nei suoi confronti, ed anzi, è probabile che per contrastare il superpotere economico Cinese, la maggiore cooperazione transatlantica a cui punta Biden si riveli addirittura più efficace delle misure protezionistiche adottate da Trump che ha preferito agire da solo.

Dopo quattro anni segnati da frizioni, la ripresa di un percorso di cooperazione da parte di Biden sicuramente passa dalla fine  della guerra commerciale con l’Europa, che con la vittoria di Trump sarebbe invece stata intensificata in risposta alla “Digital Service Tax”, in vigore anche in Italia e volta a colpire i colossi della tecnologia statunitense.

Sembrano infatti più remoti i dazi protezionistici sui beni europei, in particolare sul settore dell’auto, che sarebbero stati un brutto colpo per la nostra industria, quale principale fornitore di beni intermedi per le altre case automobilistiche e terzo esportatore europeo.

Protezione e creazione dei posti di lavoro per i cittadini statunitensi non saranno più visti in alternativa o contrapposizione a partnerships industriali con alleati europei.

Anche in materia di clima l’annunciato nuovo approccio  avrà ripercussioni economiche.

L’Italia, che ha adottato il ”Green New Deal “ del valore di 33 miliardi di euro da spendere in 15 anni, avrà sicuramente una maggiore sinergia con l’amministrazione Biden, che della lotta contro il cambiamento climatico ha fatto un  caposaldo della campagna elettorale.

Per rafforzare questo impegno sono stati ipotizzati dal team Biden finanziamenti ai Paesi che  ridurranno gli  investimenti in energia da carbonio, ma è probabile che la nostra fee da pagare sia un impegno alla  riduzione dei rapporti intavolati con la via della seta.

L’incentivo agli investimenti in energia sostenibile che sarebbe per il nostro paese una fonte significativa di capitali americani chiederà in cambio una scrematura sulle importazioni cinesi, ed è facile ipotizzare un veto statunitense ad una collaborazione con Huawei per la realizzazione delle reti 5G in Italia.

Ripercussioni ci saranno anche nei rapporti con la Russia che resteranno tesi e potranno addirittura deteriorarsi, dal momento che nonostante in questi quattro anni sulla carta sia aumentato il numero delle  sanzioni,  in pratica queste sono state applicate solo parzialmente, e paradossalmente Trump non ha lesinato elogi nei confronti di Putin.

Il cambio di presidenza porterà probabilmente ad una maggiore severità.

Biden ha recentemente definito la Russia come la più grande minaccia per gli Stati Uniti e nel 2011, parlando da vicepresidente, si era lasciato andare a dichiarazioni poco lusinghiere  nei confronti di Putin che difficilmente sono state dimenticate.

In questo contesto l’Italia, che con la Russia mantiene forti legami politici ed economici  rafforzati ulteriormente dalla recente  ripartenza del “Comitato Imprenditoriale Italo -Russo”, potrebbe avere buon gioco nel ruolo di mediatore, forte anche degli stretti legami tra i Ieader dei due paesi.

 

 

 

 

 

 

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