La crisi economica generata dall’emergenza Covid-19 ha avuto senza dubbio un impatto devastante sull’economia mondiale. Le misure restrittive che sono state adottate in numerosi Stati al fine di limitare il contagio hanno influenzato in modo importante i mercati e hanno penalizzato diversi settori dell’economia. Di contro, tuttavia, nel corso della prima ondata sono emersi alcuni settori in forte crescita che hanno beneficiato di un vantaggio commerciale ed economico, tra cui il settore farmaceutico, internet e software. Così come, ad esempio, con lo scoppio dell’allarme Coronavirus c’è stata un’esplosione della domanda di mascherine e igienizzanti, che ha quindi avvantaggiato i maggiori produttori mondiali.

Nel periodo tra marzo e aprile è stato inoltre evidenziato che la GDO (Grande Distribuzione Organizzata) ha beneficiato delle misure restrittive, trainata anche dall’e-commerce, che è diventato sempre più rilevante.

In questa situazione le imprese sono state chiamate a ripensare le loro strutture aziendali.
Infatti, nonostante lo scenario tremendamente drammatico, l’emergenza da Covid-19 ha fatto emergere diverse opportunità per le imprese, a partire dall’implementazione del lavoro a distanza (smart working).

Durante il periodo di emergenza sanitaria è quindi esplosa la domanda di servizi online. In questo contesto i beneficiari sono stati in particolare le piattaforme di videoconferenze in streaming come Zoom e Skype, i servizi di cloud storage come Dropbox, le società che si occupano di telemedicina e assistenza sanitaria virtuale come Teledoc Health, le società che producono server come Cisco e le piattaforme di streaming come Netflix, Prime Video e Disney+. Infatti, se da un lato l’emergenza sanitaria ha avuto un impatto negativo sulla cosiddetta sharing economy, protagonista del modello economico degli ultimi dieci anni, quindi su aziende come Uber, BlaBlaCar, Lyft, Airbnb, Wework, dall’altro ha permesso lo sviluppo della nuova stay at home economy, che fa riferimento allo smart working e al concetto di “poter fare tutto da casa” e che quindi vede in prima linea Amazon con le consegne a domicilio.

Com’è la situazione adesso? Lunedì 9 novembre, in piena seconda ondata, l’azienda farmaceutica statunitense Pfizer ha annunciato che il vaccino contro il Coronavirus, sviluppato in collaborazione con la società di biotecnologie tedesca BioNTech, è risultato efficace al 90% durante la fase 3 della sperimentazione, e si impegnata a consegnare 50 milioni di dosi nel mondo entro l’anno e 1,3 miliardi nel 2021.

La notizia ha avuto grandi ripercussioni sui mercati di tutto il mondo, con forti guadagni nel giorno dell’annuncio nelle principali borse europee.
Tuttavia, nonostante il rialzo dei principali titoli che appartengono all’indice FTSE MIB, DiaSorin è precipitata e ha ceduto il 16,5%. Il titolo della società italiana aveva guadagnato il 99% tra il 9 marzo e la chiusura di venerdì 6 novembre, grazie alla produzione dei test per la diagnosi del Covid-19. Di conseguenza, a questo punto rischia di essere penalizzata da un’accelerazione nello sviluppo del vaccino, in quanto quest’ultimo renderebbe meno rilevante il ruolo dei test.

In questo panorama caratterizzato da un’euforia generale, molte società che hanno beneficiato del periodo di emergenza sanitaria e delle relative misure restrittive (lockdown, distanziamento sociale, smart working ecc.), hanno subito un tracollo in borsa. Infatti, Zoom, che ha quintuplicato i suoi utili da inizio anno, nella giornata del 9 novembre ha subito un crollo del 17,37%, Netflix ha subito un ribasso dell’8,59%, mentre la società di e-fitness Peloton ha perso il 20,3%. Anche le big tech negli USA hanno subito le conseguenze dell’annuncio, registrando perdite più contenute ma comunque significative: Amazon (-5,1%), Facebook (-5%) e Microsoft (-2,36%). Infine, a Wall Street il Nasdaq, ossia l’indice dei principali titoli tecnologici della borsa americana, ha chiuso in ribasso nel giorno dell’annuncio.

La notizia del vaccino ha fatto quindi affondare le società appartenenti alla “stay at home economy”. Questo fenomeno è chiamato “rotazione settoriale” e fa riferimento al cambiamento delle preferenze degli investitori dai settori che hanno guadagnato maggiormente durante l’emergenza sanitaria verso quelli più ciclici e che potrebbero beneficiare dalla fine dell’obbligo di distanziamento sociale. Infatti, a guadagnare grazie all’annuncio sono stati il settore industriale, quello energetico, quello automobilistico, le materie prime, i trasporti e le banche. In aggiunta, la speranza dell’arrivo di un vaccino e di un progressivo ritorno alla normalità ha provocato un enorme rialzo delle azioni di compagnie aeree e delle società del settore turistico.

Lunedì 16 novembre un’altra notizia ha alimentato l’ottimismo sui mercati: l’azienda biotecnologica americana Moderna ha annunciato i dati di fase 3 di sperimentazione del vaccino contro il Coronavirus, dai quali risulta un’efficacia del 94,5%. Inoltre, le modalità di conservazione del vaccino di Moderna sembrano molto più incoraggianti rispetto a quelle del vaccino annunciato da Pfizer e BioNtech, che necessita di temperature estremamente basse (tra -70°C e -80°C) e che solo negli ultimi giorni prima dell’iniezione può essere conservato in un normale frigorifero. Moderna prevede di produrre circa 20 milioni di dosi di vaccino entro il 2020 (da destinare agli USA) e tra 500 milioni e 1 miliardo di dosi nel 2021.

In generale, la notizia ha portato una seconda dose di ottimismo sui mercati: le borse europee hanno accelerato e Wall Street ha aperto in deciso rialzo. In particolare, a Piazza Affari hanno subito l’influenza positiva i settori viaggi e intrattenimento, materie prime e immobiliare. Tuttavia, come è già accaduto con il vaccino Pfizer, l’annuncio di Moderna ha frenato DiaSorin.
In seguito alla notizia, Pfizer e BioNtech hanno registrato invece un ribasso dovuto alla concorrenza da parte di Moderna. Inoltre, nel trading premarket i titoli della stay at home economy (Zoom, Peloton, Netflix e social network come Snap Inc. e Pinterest Inc.) hanno nuovamente subito un calo.

Successivamente, il 18 novembre Pfizer e BioNTech hanno annunciato il completamento della sperimentazione di fase 3 del vaccino e hanno comunicato che i dati più completi rispetto ai dati provvisori resi noti in precedenza mostrano un tasso di efficacia del 95%.
Gli investitori a Wall Street hanno accolto positivamente l’annuncio, anche se tuttavia nella giornata del 18 novembre la Borsa americana si è mossa relativamente poco.
L’effetto positivo della notizia resa nota da Pfizer e BioNtech è tuttavia svanito in chiusura, anche a causa della continua crescita dei contagi: i principali indici della Borsa americana hanno infatti chiuso in territorio negativo. Le perdite hanno subito un’accelerazione nelle ultime due ore di negoziazioni in seguito alla notizia della chiusura delle scuole a New York a causa dell’incremento dei contagi e all’annuncio del sindaco de Blasio che ha previsto la possibilità di restrizioni aggiuntive in futuro.

L’ottimismo sui mercati dovuto ai progressi sui nuovi vaccini ha continuato a diminuire anche il 19 novembre, principalmente a causa delle nuove restrizioni da parte dei vari Paesi per combattere la pandemia.

Il 20 novembre Pfizer e BioNTech hanno depositato la richiesta alla FDA (Food and Drug Administration) per l’autorizzazione all’uso di emergenza del loro vaccino. Le principali borse europee hanno chiuso la giornata in territorio positivo, mentre a Wall Street il Dow Jones, lo S&P e il Nasdaq hanno subito un calo. Tuttavia, i titoli Pfizer e BioNTech hanno guadagnato rispettivamente il +1,41% e il +9,63%. In rialzo anche Moderna (+5,22%) e AstraZeneca (+2,35%).
I titoli tecnologici, come Google (-1,26%), Facebook (-1,19%), Microsoft (-0,96%) e Amazon (-0,57%), hanno subito un ribasso. Invece, Zoom (+6,11%) Netflix (+0,74%) e Peloton (+5,36%) hanno chiuso positivamente.

Nella settimana, dal 16 al 20 novembre, è stato quindi rilevato un andamento altalenante per le Borse mondiali dovuto da una parte all’ottimismo derivante dalle notizie riguardo i vaccini e dall’altra all’aumento dei contagi e alle relative restrizioni, che continuano a pesare sui mercati.

Venerdì 27 novembre, nonostante la debolezza iniziale della seduta, le borse europee e americane hanno chiuso la settimana in rialzo. A Wall Street gli investitori hanno ribaltato l’iniziale preoccupazione derivante dall’andamento della pandemia che ha causato un nuovo incremento delle richieste dei sussidi di disoccupazione negli USA. Le borse asiatiche sono state influenzate positivamente dalla pubblicazione dei profitti industriali, per la prima volta da gennaio in crescita rispetto allo scorso anno (+0,7%).
Per le borse globali si è trattato di un novembre con una crescita record (+13%), grazie anche all’affermazione di Biden negli USA.

In questo contesto, Xi Qiao, managing director di UBS Global Wealth Management, ritiene che la crescita dei mercati possa ancora estendersi, rafforzata dalle notizie positive sui vaccini, dalla maggior stabilità politica negli USA e dagli stimoli aggiuntivi in arrivo, oltre a prevedere che il trend di forte rotazione degli investimenti verso i titoli ciclici a cui stiamo assistendo sia destinato a continuare.

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