Ultimamente il fenomeno delle criptovalute come mezzo di pagamento sta diventando un argomento che richiama sempre più attenzione. È crescente il numero di aziende che adotta come modalità di pagamento le monete elettroniche e, così come  molte multinazionali si stanno lanciando nella sfida del “blockchain”, anche la BCE ha lasciato intendere che potrebbe rilasciare un euro-crypto nel prossimo futuro. Una domanda sorge quindi spontanea: quali sono i vantaggi che le criptovalute potrebbero portare ai cittadini se venissero implementate come sistema di pagamento?

 

Per poter rispondere a questa domanda bisogna  soffermarsi sulle caratteristiche delle criptovalute. Innanzitutto, queste monete, come ad esempio il Bitcoin, non esistono fisicamente ma solo virtualmente. I Bitcoin vengono generati dal cosiddetto processo di blockchain, che implica un network di computer con un’altissima potenza di calcolo, anziché da una autorità monetaria. Questo significa che nessuno garantisce per il pagamento degli stessi. Uno dei compiti chiave della BCE è quello di assicurare che quando si detiene un euro questo possa essere usato come metodo di pagamento in tutta l’Eurozona. Un secondo aspetto importante che differenzia una moneta elettronica da una classica banconota è la sua volatilità. Con l’obbiettivo di inflazione stabile nel lungo periodo la BCE assicura che il potere di acquisto rimanga più o meno stabile, mentre i Bitcoin essendo molto volatili, sono tutt’altro che stabili. Con l’utilizzo di monete come Ripple è inoltre impossibile risalire alle transazioni effettuate poiché il sistema di blockchain affida loro un codice identificativo che cambia con il proprietario, al contrario del numero seriale dell’euro con il quale è possibile risalire ai vari pagamenti  effettuati . Le monete elettroniche, quindi, possono essere considerate date le loro caratteristiche come un ottimo asset per fini speculativi.

Risulta quindi difficile da parte dei policy maker controllare questo tipo di metodo di pagamento e, forse, è proprio questo l’aspetto che incentiva piattaforme come PayPal e Facebook ad implementarle nei loro sistemi.

L’anno passato, per l’appunto, Facebook ha annunciato di voler impiegare nelle sue piattaforme la sua Libra Coin, non appena ottenuta l’approvazione della Swiss Financial Market Supervisory Authority e del New York Department of Financial Services (NYDFS), e sarà  disponibile per il mercato statunitense che fungerà da test vero e proprio. Sulla scia di Facebook, anche PayPal si è lanciata nella sfida crypto e, dopo aver ottenuto la “conditional Bitlicence” da parte del NYDFS, nell’ottobre scorso ha annunciato che sta lavorando per aggiungere questa modalità.

 

Con l’aumento della digitalizzazione, il sistema transattivo si è evoluto verso una moneta non più materiale ma digitale, tanto che, in circa cinquant’anni, si è passati dalle banconote alle carte di credito, compiendo un balzo in avanti e avendo tutto a portata di smartphone. Il balzo evolutivo della moneta verso la smaterializzazione, ha portato la BCE ad un cambiamento di rotta, in parte dovuto al COVID 19 e alla rinnovata preferenza dei pagamenti elettronici al denaro contante a causa della facilità con cui il contante trasmette il virus, iniziando a porre un primo mattone verso un euro digitale. Quest’ultimo assicurerebbe a tutti i cittadini dell’Unione un metodo di pagamento finanziariamente inclusivo, ampliando il range con cui le persone possono decidere di effettuare una transazione.

Il progetto è ancora in fase di sviluppo e si prevede che il prossimo anno verranno effettuati i primi sondaggi e i primi test per testare le modalità di utilizzo più congeniali agli utenti, poiché come dichiarato da Panetta “dobbiamo essere sicuri che la nostra moneta sia adatta al futuro”.

 

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