Lo scenario attuale dei mercati finanziari sembra essere segnato da un enorme rischio legato allo scoppio di bolle finanziarie. Ma cosa si intende per bolla speculativa? Con tale termine si fa riferimento ad un asset che sperimenta un aumento del proprio valore, deviando da quello che è il suo reale valore intrinseco. Chiaramente si tratta di deviazioni giustificate meramente da fini speculativi ed aspettative non corrette, che guidano l’andamento dei titoli determinando un disallineamento fra l’economia reale e il mercato finanziario. Nel corso della storia, le bolle speculative hanno generato danni irreparabili, crisi economiche di portata globale dovute all’elevato indice di trasmissione che portano con sé.

Nel XVI secolo, per esempio, a seguito di un aumento del prezzo dei bulbi di tulipani dovuto ad una crescita della domanda, si iniziarono a sottoscrivere contratti futures nella convinzione che il prezzo sarebbe continuato ad aumentare. Un bulbo arrivò a costare più dello stipendio medio annuale di una famiglia olandese. Proseguendo, la bolla delle dot.com ha caratterizzato, con l’inizio del nuovo millennio, il crescente ottimismo sui mercati che fu sostenuto da un indice NASDAQ, il quale raggiunse picchi di 5mila punti base. I ridotti utili fecero crollare l’entusiasmo e il passo indietro degli investitori determinò il fallimento di numerose imprese tecnologiche. Più recentemente, la famosa bolla dei mutui sub-prime fu determinata da una cartolarizzazione dei mutui sotto forma di CDO, tale da determinare la mancanza di trasparenza sui mercati. L’incapacità di rilevare i rischi, connessa ad una leva finanziaria pari al 300% generò la peggior crisi finanziaria della storia.

Ma cos’è che oggi sta facendo preoccupare gli investitori? Molti analisti sembrano presagire un mercato finanziario esposto a comportamenti irrazionali da parte degli investitori e ad un eccessivo ottimismo; tale criticità è dovuta alla contemporanea presenza di diversi fattori di rischio. Anzitutto, le banche centrali hanno avviato politiche monetarie ultra espansive per sostenere l’economia durante l’emergenza Covid. L’immissione di tali liquidità sembrano non mostrare ancora i loro effetti sull’economia reale, tanto da far incrementare le aspettative di inflazione. L’aumento dei tassi da parte della FED sembra dar voce a tali paure, comportando un impatto negativo sui mercati finanziari, soprattutto sulle Growth stock e di conseguenze sui titoli FAAMNG (Facebook, Amazon, Apple, Microsoft, Netflix e Google). Inoltre, negli ultimi mesi i mercati finanziari hanno registrato un rialzo tale da aver quasi raggiunto i livelli pre-pandemici, ma non si può affermare lo stesso per quanto concerne l’economia reale che ancora registra perdite del PIL intorno al 7%. Correlatamente al mercato, anche i titoli FAAMNG sono stati interessati da crescite esponenziali e tale aumento non è però sostenuto da un uguale incremento degli utili registrati, tanto che il P/E presenta un elevata sopravalutazione. La stessa Tesla, appartenente sempre al mercato delle Growth stock, ha registrato rialzi con picchi del +700%, anche in questo caso si può notare come la percezione dei mercati finanziari si distacchi sempre di più della realtà economica. Un altro elemento di particolare criticità è rappresentato dal crescente mercato delle criptovalute. Negli ultimi 3 mesi si è assistito ad un rally del Bitcoin, il quale è riuscito a quadruplicare il proprio valore grazie ad un aumento dei portafogli creati e generando così una maggiore attrattività per nuovi utenti. A ciò si deve anche aggiungere una triplicazione negli ultimi mesi delle posizioni aperte sul mercato dei futures sulla cripto-valuta.

I mercati sembrano, quindi, trasparire incertezza: la volatilità implicita, sebbene ad oggi appaia ancora sotto controllo, sembra registrare un aumento della paura tanto che nelle ultime settimane il VIX ha subito un rialzo arrivando a toccare i 31 punti base. I mercati sembrano essere caratterizzati da un’ondata di trading speculativo e ciò viene rilevato soprattutto dal costante aumento delle transazioni sul mercato delle opzioni. Chiaramente nessun fattore preso singolarmente sarebbe in grado di determinare lo scoppio della bolla speculativa, ma qualora l’equilibrio finanziario si inceppasse nuovamente si andrebbe a scatenare l’effetto domino che, come nel 2008, determinò il crollo dell’economia?

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