Ciò a cui stiamo assistendo in questi ultimi mesi del 2022 nel mercato azionario, sotto il profilo delle aziende Tech, visibili nell’indice del Nasdaq, è una perdita molto importante della loro capitalizzazione.

In particolare, possiamo notare che 4 delle prime 6 aziende di questo indice, ovvero Alphabet, Meta, Amazon ed Apple abbiano perso terreno notevolmente.

Andremo allora a vedere perché questi titoli risultano in perdita, e soprattutto da cosa sia dettato tutto ciò. Per far ciò partiremo dal descrivere le attuali condizioni economiche dell’economia sul piano macroeconomico per capire se troviamo più ciclicità negli investimenti degli investitori, oppure se effettivamente è il settore tech che sta perdendo di rilievo.

 

Partendo dal primo punto, le attuali condizioni dell’economia (a livello di Unione Europa e anche di USA in buona parte) è quella di forte presenza di inflazione, si parla del 10.6% per l’area europea e di un non meno grave 7.7% per gli USA. A fronte di ciò, nato principalmente dal mix di politiche monetarie espansive attuate in risposta al Covid-19 e dalle varie crisi di approvvigionamento creatasi con la guerra Russia-Ucraina (basti pensare ad energia e grano) negli ultimi mesi si è cercato di rispondere mediante le banche centrali raffreddando l’economia; ciò è stato attuato rendendo i tassi d’interessi ben più alti e portandoli a variazioni ogni volta maggiori delle precedenti, a costo appunto di sconfiggere proprio l’inflazione.

Tutto ciò porta ovviamente a rotazioni di mercato e scelte di appetibilità degli investimenti che cambiano, anche in virtù del fatto che le aziende tech prevalentemente piacciono per la loro capacità di ricavi molto elevati, ma ancor di più per la loro crescita continua. Ciò che possiamo ben notare è che questo processo si è tuttavia arrestato, con i primissimi titoli dell’indice Nasdaq (e non solo) che hanno perso, con titoli come Amazon e Meta che hanno toccato il minimo degli ultimi due anni del valore della loro azione.

La risposta della FED e della BCE, continuamente severa e puntuale ha fatto si che gli investitori cominciassero ad apprezzare meno questi titoli, spostandosi piuttosto su titoli con scadenze più di breve termine. L’obiettivo di questi istituti è di riprendere il toro (l’inflazione) per le corna, e ciò lo si fa alzando i tassi, cioè il costo del denaro, e facendo scendere così l’inflazione, fino al momento in cui queste due curve non si incontrino.

Per capire se quindi sia il comparto tech ad essere diventato scadente, o se semplicemente ci troviamo dinanzi ad un momento ciclico del portafoglio degli investitori, è necessario fare riferimento all’andamento nel mercato di alcune di queste aziende, in particolare ad esempio possiamo in primis analizzare Meta.

Questo titolo, che scambiava a 196.64$ fino al 13 di giugno, si è ritrovato a perdere circa il 50% del suo valore. Ciò è accaduto in primis per il motivo descritto sopra, ovvero alta inflazione ha portato ad alti costi e non troppa elasticità nel riuscire a trasferirli ai propri clienti, ma soprattutto ad una contrazione degli utili per un’azienda tipicamente Growth. Ciò che più però notiamo è la strategia di meta, che gli ha portato in un periodo breve (settembre-ottobre) a perdere gran parte del valore per azione, proprio per un cambio di strategia, ovvero il puntare sul metaverso, che attualmente risulta essere non profittevole. Questo non ha fatto piacere agli investitori che in prima battuta hanno colto l’occasione per vendere il titolo e contrastare anche le mosse attuate dalle banche centrali.

Allo stesso modo, analizzando la situazione di Amazon possiamo vedere che da agosto, in cui si scambiava a 143$, è passato agli attuali 93.15$, perdendo circa il 30%. Questo titolo ha prevalentemente sofferto il ciclo economico, oltre però ad avere mancato le attese degli analisti nella trimestrale precedente proprio per una contrazione degli utili, e soprattutto per il cambio di prospettiva per il futuro. Questo dato ancora una volta, unito all’evoluzione dei mercati, ha portato gli investitori a scegliere titoli differenti e vendere quello di Amazon.

Notiamo poi che anche Google, azienda estremamente dinamica e redditizia, è risultante da una perdita di circa il 15%, passando dal valore di 121$ per azioni a luglio ad un attuale 99$. Anche in questo caso ciò che ha portato all’attuale situazione è il mix di situazione settoriale non positiva e mancanza di raggiungimento delle attese degli analisti, oltre ad una necessaria revisione al ribasso della guidance futura. Questo al mercato non ha sicuramente fatto particolare piacere, portando in parte a scaricare il titolo.

Molto utile arrivati a questo punto può essere cambiare un secondo una dinamica del nostro scenario, ovvero confrontare l’indice S&P500, indicatore assoluto dell’andamento dell’azionario generale, con quella che è la curva dei rendimenti a 10 anni/3 mesi, utile indicatore del punto attuale di ciclo economico. Ciò che è possibile notare in modo molto interessante, è che la situazione attuale di recessione, unito ad un S&P ad un -14% dal suo picco e con l’inversione della curva a -0.83%, denota proprio una situazione simile a quella verificatasi nel 2000 con la bolla Dot.com. Il mercato paga cioè di più per le scadenze a molto breve piuttosto che per quelle a lungo. Ciò che accadde immediatamente dopo quel periodo è storia, ma possiamo notare che questa particolare coincidenza può sicuramente essere significativa, anche se non necessariamente riporterà alla solita situazione.

 

Quello che in conclusione è possibile dire a seguito di questa analisi macro incentrata sul settore tech, è che sicuramente questo settore soffre la ciclicità attuale, in cui date le condizioni economiche di inflazione e recessione, porta gli investitori a preferire titoli che fungano più da assicurazione e che prediligano scadenze a breve, piuttosto che titoli che valgono molto per dimensioni di fatturato e crescita continua, ma con attuale utili spesso non in crescita. Sicuramente è però anche importante ricordare come il tech è, e rimarrà centrale, prendendo anzi sempre più importanza dal momento che le nuove scoperte avvengono su tecnologie sempre più sofisticate; ed inoltre come investitori di primissima fascia insegnano, questo momento di calo dei prezzi delle azioni di queste società, può sicuramente essere sfruttato per farne acquisto laddove i fondamentali rimangano comunque stabili, e le azioni risultino sottovalutate da parte del mercato.

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