Con lo scoppio della guerra in Ucraina l’opinione pubblica internazionale è tornata ad interessarsi ad un problema mai risolto: la questione Londongrad. Il termine è stato coniato per spiegare come la città di Londra sia diventata negli anni una delle più importanti piazze finanziarie per il trasferimento delle ricchezze degli oligarchi russi.
Con la caduta dell’Unione Sovietica nei primi anni 90, molti oligarchi russi hanno accumulato rapidamente ingenti ricchezze, grazie al processo di privatizzazione che stava avvenendo nel paese. In particolare, dopo il fallimento dell’URSS, molti beni appartenenti allo Stato sono stati acquisiti da funzionari statali tramite accordi informali che hanno permesso loro di arricchirsi col tempo. Inoltre, il processo di privatizzazione tra il 1991 e il 1999 ha incrementato la ricchezza di alcuni appartenenti all’ex-governo sovietico grazie ad operazioni di arbitraggio, date dalla differenza tra i vecchi prezzi interni di gas e petrolio russo e i prezzi di mercato del resto del mondo. Molti di questi ricchi magnati hanno iniziato ad intrecciarsi con il nuovo governo grazie alle loro ingenti risorse ed alcuni di essi sono stati coinvolti in reati finanziari ed evasioni fiscali su attività che avevano acquisito.
Per poter ricostruirsi una nuova identità e una nuova reputazione molti di questi si spinsero verso l’Occidente per poter fare affari, trovando qui un luogo più sicuro dove proteggere la propria ricchezza. Londra, in particolare, fu vista come una meta ideale per poter attuare investimenti immobiliari, finanziari e per poter far studiare i propri figli nelle università d’élite più importanti al mondo. I primi grandi spostamenti monetari avvengono verso la seconda metà degli anni 90 e prendono piede incessantemente per tutti gli anni 2000, trovando nel Regno Unito un clima accogliente, visto il miglioramento dei rapporti diplomatici e commerciali con la Russia, dopo la caduta dell’URSS. Grazie a ciò, iniziano ad acquistare tantissime proprietà immobiliari nelle zone più lussuose di Londra quali Kensington, Chelsea e Belgravia, e ad entrare nel sistema finanziario della City.
Ma come hanno fatto così tanti oligarchi russi, alcuni dei quali possessori di denaro illecito ad entrare in una delle capitali finanziarie? Una delle ragioni, come spiega il quotidiano inglese The Guardian, è dovuta al sistema del “golden visa”, ossia dei visti d’oro. Questo schema nato nel 2008, permetteva a tutti coloro che possedevano 2 milioni di sterline in fondi di investimento e con un conto bancario britannico di ottenere la residenza britannica. Inoltre, investendo 10 milioni di sterline si riusciva ad ottenere la residenza in meno di 2 anni di attesa. Da allora, il Ministero degli Interni ha rilasciato 2.581 visti per investitori ai cittadini russi.
I problemi iniziano a sorgere però nel 2017 grazie ad un’inchiesta denominata “The global laundromat” portata avanti dalla OCCRP (Organized Crime and Corruption Reporting Project), un’organizzazione giornalistica non-profit, la quale ha scoperto un flusso di denaro illecito tra il 2010 e il 2014 proveniente da funzionari e oligarchi russi. Si trattava di un programma di riciclaggio per trasferire decine di miliardi di dollari in Europa utilizzando società offshore. I documenti analizzati hanno portato alla luce 70.000 transazioni bancarie, secondo Bloomberg, con 1.920 società coinvolte nel Regno Unito. Questo schema ha permesso all’élite russa di trasferire in Europa circa 20 miliardi provenienti da attività illecite, tramite pagamenti verso società fittizie nel Regno Unito. In particolare, 740 milioni furono gestiti da banche britanniche. Inoltre, l’OCCRP ha riferito che parte di questi fondi erano legati a membri del KGB russo. Per dare un esempio, la Banca centrale russa ha stimato che due terzi dei 56 miliardi usciti dalla Russia nel 2012 sono la conseguenza di frodi fiscali, tangenti e crimini.
Numerosi esponenti politici hanno denunciato come il Regno Unito per 20 anni abbia “chiuso un occhio” di fronte agli ingenti capitali che venivano versati su conti bancari inglesi senza chiederne la provenienza. Tutto ciò ha portato Londra a diventare un polo centrale nel riciclaggio di denaro sporco.
In questo panorama, un ulteriore evento sconvolgente avviene quando l’organizzazione antiriciclaggio Transparency International ha scoperto che, nei quartieri più esclusivi di Londra, vi sono proprietà immobiliari pari ad 1 miliardo e mezzo di sterline che provengono da fondi russi sospetti. È stato riportato che i proprietari di questi immobili sono società di comodo con sede in paradisi fiscali che garantiscono l’anonimato e l’impossibilità di risalire alla provenienza del denaro. Lo schema prevedeva che il denaro contante, ottenuto tramite tangenti e azioni illecite, venisse trasferito dalla Russia a satelliti offshore come le Isole Vergini Britanniche. In realtà, questi soldi venivano soltanto registrati in questi paradisi offshore per nasconderne la provenienza ma di fatto erano trasferiti, gestiti e spesi a Londra.
Con l’imminente invasione dell’Ucraina da parte della Russia, il primo ministro inglese Boris Johnson ha deciso di introdurre sanzioni severissime mirate a colpire gli assets di questi oligarchi residenti a Londra. La decisione prevede il congelamento degli assets finanziari detenuti da questi ultimi e il blocco delle operazioni delle banche russe nella City, in particolare quelle della banca Vtb, il secondo gruppo bancario russo. Secondo quanto annunciato da Johnson alla Camera dei comuni, dovrebbero essere in tutto 100 tra aziende e oligarchi ad essere colpiti e il danno sarà stimabile in circa 120 miliardi di sterline. Inoltre, per porre fine alla vicenda Londongrad, è stato approvato un pacchetto di sanzioni articolato in 10 punti, per il quale i cittadini russi non potranno avere più di 50 mila sterline su conti inglesi e vi saranno maggiori controlli sui trasferimenti dalla Russia.
Nel mezzo di una guerra, il governo inglese riuscirà ad utilizzare questo pretesto per staccare la spina ad una lavatrice che pulisce soldi da più di venti anni?
FONTI:
https://www.bbc.com/news/business-60549927
https://en.wikipedia.org/wiki/Russian_oligarch
https://www.ft.com/content/cfb74ef3-13d2-492a-b8da-c70b6340ccdd
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