SVIZZERA: UN’ANALISI SULL’INFLAZIONE

Nell’ultimo anno l’inflazione ha toccato livelli record che non si registravano da 30 anni, negli Stati Uniti si è superato il 9%, mentre l’Italia ha avuto una crescita media dei prezzi pari all’8.1% nel 2022. Tuttavia, alcuni stati Occidentali, come la Svizzera, sono riusciti a contenere l’aumento dei prezzi, malgrado gli effetti della guerra in Ucraina e la crisi energetica. Le cause principali di un’inflazione particolarmente bassa sono tre: apprezzamento del franco svizzero, utilizzo di energie rinnovabili e le politiche economiche adottate.

La Svizzera, nonostante i suoi prodotti siano mediamente più cari rispetto a quelli del resto del mondo, riesce a mantenere la propria bilancia commerciale e il saldo del conto corrente positivi. Questi due elementi appartengono alla bilancia dei pagamenti, cioè il rendiconto in cui vengono registrate tutte le operazioni effettuate dall’economia di uno stato verso l’estero. Tale surplus è causato dalle esportazioni superiori alle importazioni: di conseguenza la valuta nazionale si apprezza maggiormente. Inoltre, la Svizzera attira l’entrata di capitali esteri grazie ad un sistema fiscale favorevole e al pensiero comune che il franco svizzero sia un bene rifugio. Gli investimenti esterni vengono quindi convertiti in riserve da parte dal governo svizzero, permettendo così di rafforzare ancora di più franco, il quale attualmente vale poco più di 1€, mentre nel 2008 valeva solo 0.60€.

Una seconda motivazione si può attribuire alle fonti energetiche: infatti il territorio montuoso, ricco di laghi e fiumi, ha favorito la costruzione di numerose centrali idroelettriche. Nel 2021, l’energia elettrica è stata fornita per il 61.5% da centrali idroelettriche e per il 29% da energia nucleare; di conseguenza, la popolazione elvetica è meno esposta all’innalzamento dei prezzi del petrolio e gas naturale sul mercato internazionale, al contrario di stati come l’Italia, dove il prezzo di gas e luce è salito alle stelle. Inoltre, il mercato dell’elettricità è regolato direttamente dal governo svizzero; quindi, i fornitori di energia non possono fissare in maniera indipendente i prezzi, che sono calmierati dallo stato.

Un’ulteriore motivazione per la minore inflazione svizzera riguarda l’attuazione di diverse strategie politico economiche volte a proteggere l’economia interna. In modo più specifico, da decenni viene tutelato fortemente il settore agricolo attraverso dazi sulle importazioni. Tutto ciò rende il paese meno vulnerabile ai cambiamenti nei mercati internazionali: infatti la crisi del grano, causata direttamente dalla guerra in Ucraina, non ha creato gravi problemi all’economia e alle famiglie. Inoltre, all’inizio del 2022, il governo svizzero ha deciso di rafforzare la regolamentazione sul pricing dei beni, per esempio, nei settori in cui è presente una forma di mercato di oligopolio, in cui è più facile manipolare i prezzi data la scarsa concorrenza. La Svizzera è il paese che regola maggiormente i prezzi dei beni presenti nel calcolo dell’inflazione, il 30% contro una media dell’Unione Europea del 13%.

Infine, è importante riconoscere come il modello svizzero abbia anche degli svantaggi: se, ad esempio, i prezzi dei prodotti agricoli diminuissero nel resto del mondo, il popolo svizzero si ritroverebbe a pagare una somma maggiore per i medesimi prodotti. Oltretutto, la Svizzera vanta del più alto costo di vita in Europa, interpretabile come il prezzo da pagare per mantenere l’inflazione bassa.

In conclusione, l’economia svizzera presenta caratteristiche che rendono difficile la sua imitazione in via immediata, soprattutto all’interno dell’Eurozona, in cui molti paesi adottano una politica monetaria comune. Tuttavia, la pandemia e poi la crisi energetica hanno rimarcato l’importanza per molti stati di fatto diversificare le proprie fonti energetiche, puntando sulle energie rinnovabili, in modo tale da tenere costante il tasso di inflazione.

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