Dopo diversi mesi di notizie e indiscrezioni è giunto il momento del verdetto. Tra pochi giorni conosceremo quale sarà il destino delle Generali, chiamate a votare il rinnovo del consiglio di amministrazione venerdì 29 aprile. Philippe Donnet, attuale CEO del gruppo, sarà riconfermato? E, in caso contrario, chi sarà al timone del Leone di Trieste nei prossimi anni?

Due domande difficili a cui i membri del consiglio risponderanno tra meno di 48 ore. Negli scorsi mesi, infatti, una serie di notizie hanno interessato la vicenda, soprattutto a causa delle discordie sorte tra i principali azionisti del gruppo.

Il capitale sociale di Generali è suddiviso tra diversi nomi: tra quelli noti al mondo della finanza abbiamo il Gruppo Caltagirone, azionista al 9.49%, il Gruppo di Leonardo Del Vecchio (al 6.59% del capitale), la famiglia Benetton con il 3.96% e Mediobanca azionista al 12.79%, o 17.20% se si considerano anche i diritti di voto. Una accanita guerra, anche mediatica, ha interessato i rapporti tra gli azionisti di Generali nell’ultimo semestre. Il tutto ha avuto inizio dal momento in cui Caltagirone e Del Vecchio, sostenuti da Fondazione Crt – tra i minori azionisti del gruppo – hanno espresso la loro contrarietà all’idea che Philippe Donnet proseguisse il suo mandato come amministratore delegato della società. Inizialmente, i tre hanno sottoscritto un patto con l’obiettivo di condividere le loro posizioni in quanto azionisti del gruppo al fine di presentare un piano strategico parallelo e alternativo a quello sostenuto dal board in carica. Ha avuto inizio così un dibattito di potere tra i sostenitori di Donnet e quelli a sostegno di una nuova board’s list presentata dall’asse Caltagirone-Del Vecchio-Fondazione Crt. Come annunciato qualche mese fa, i tre azionisti hanno scelto di nominare una lista alternativa proponendo Claudio Costamagna e Luciano Cirinà, rispettivamente come candidati alle posizioni di presidente e AD del gruppo. In questo modo, come raccontato da diverse testate giornalistiche, Generali è stata al centro di un caldo dibattito divisa tra due possibili liste di candidati per il CdA e due diversi piani strategici: da un lato il piano Donnet e dall’altro “Awakening the Lion”, quello annunciato dalla lista Caltagirone agli inizi di marzo.

Il primo, “Lifetime Partner 24: Driving Growth”, fu presentato nell’investor day del 15 dicembre scorso e si tratta della strategia attualmente adottata dalla società. Nel dettaglio, il piano strategico prevede tra i principali target una crescita degli utili tra il 6% e l’8%, flussi di cassa netti disponibili superiori a €8,5 miliardi nonché un aumento dei dividendi a €5,2-€5,6 miliardi di dividendi cumulativi tra il 2022 e il 2024.

Se invece dovesse prevalere la lista proposta da Caltagirone, verrà attuato un nuovo piano industriale. Gli obiettivi prefissati includono il raggiungimento di circa €4,2 miliardi di utile nel 2024, una generazione di cassa tra €9,5-€10,5 miliardi nel periodo 2022-24 e la massimizzazione di quest’ultima per attività di M&A fino a circa €7 miliardi.

Due liste e due piani, entrambi con importanti target di crescita, mantenendo un focus sulla strategia di M&A e sul miglioramento delle performance operative nei paesi in cui il gruppo è attualmente presente, senza togliere spazio ad esplorare nuove possibilità.

E allora non ci resta che aspettare e vedere come si concluderà la vicenda. Quale decisione verrà presa venerdì dal consiglio? Forse Donnet continuerà il suo mandato e l’attuazione del suo piano o forse inizierà per Generali una nuova era, con un nuovo presidente e un nuovo amministratore delegato alla guida di una delle principali realtà societarie d’Italia.

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