È il 1956 quando si tiene il Dartmouth Summer Research Project on Artificial Intelligence a Darthmouth, nel New Hempshire, evento che viene tuttora ricordato come l’ufficiale nascita del concetto di Intelligenza Artificiale. Oggi, 64 anni dopo, l’Intelligenza Artificiale (o IA) ha non solo catturato l’interesse del mondo scientifico, ma ha anche acquisito crescente importanza in diversi ambiti, tra cui la finanza.

Sono svariate le potenzialità che l’IA ha rivelato in ambito finanziario, e altrettanto diversificate sono le modalità con cui i vari paesi e aziende scelgono di sfruttarla e applicarla.
La capacità dei sistemi di IA di analizzare molteplici variabili e fattori in intervalli di tempo ristretti rappresenta il valore aggiunto più importante di tali tecnologie. In particolare, possiamo osservare algoritmi di machine learning per la valutazione di investimenti finanziari e la creazione di soluzioni personalizzate per il cliente; tecnologie per la previsione e la pianificazione; ancora, abbiamo strumenti di IA che vengono utilizzati per la prevenzione o il contrasto di crimini quali le frodi finanziarie.

Il grande potenziale dell’IA per il settore finanziario e bancario risiede nel suo essere indubbiamente il migliore strumento per l’efficace ed efficiente gestione di un sistema ormai digitalizzato e predisposto all’innovazione.
Per definizione, l’Intelligenza Artificiale comprende in sé una serie di capacità cognitive e analitiche quali l’analisi di dati in tempo reale e l’apprendimento. In particolare, un sufficientemente sofisticato sistema di IA basato, ad esempio, sul machine learning, sarà in grado non solo di analizzare i dati proposti, ma anche prevederne lo sviluppo futuro, categorizzarli e classificarli, e infine apprendere dai propri errori.

All’interno dell’esteso spettro di opportunità che l’Intelligenza Artificiale offre al mondo della finanza, di certo le banche si stanno dimostrando esserne uno dei principali fruitori: le banche del futuro puntano su IA.

Dal 2019, l’Associazione Bancaria Italiana (ABI) effettua una ricerca costante, tramite il suo centro di ricerca Abi Lab, in tema IA: in particolare, nel novembre 2019 è stato avviato un centro competente, l’Artificial Intelligence Hub, totalmente dedicato al tema.
Gli studi effettuati su un campione di 22 banche e gruppi bancari e 4 outsourcer interbancari mostrano l’evidente e crescente impatto dell’innovazione tecnologica e dei sistemi di IA nel settore.
In generale, l’ambito applicativo che sta ottenendo maggiore attenzione è quello relativo ai servizi al cliente: esso comprende l’utilizzo di assistenti virtuali, la possibilità di creare offerte personalizzate ad hoc per ogni cliente o gruppo di clienti, le diverse attività finalizzate alla customer retention e alla fidelizzazione.
All’interno del campione, il 73% dei rispondenti è in fase di sviluppo e implementazione di sistemi di IA per la gestione dei contact center, per i quali circa il 30% dei progetti è in produzione, e circa il 40% in fase sperimentale. Per ciò che riguarda la customer service, il 65% delle banche sta lavorando o ha in programma di lavorare con sistemi di IA.
Muovendoci oltreoceano, possiamo osservare banche che hanno già, e con successo, adottato tecnologie di Intelligenza Artificiale: è il caso, in particolare, di Bank of America e di JPMorgan.

Nel giugno 2016, JPMorgan, che nell’ultimo decennio ha investito circa 10 miliardi di dollari in innovazione, dà vita a COIN (Contract Intelligence), sistema di Intelligenza Artificiale che legge ed estrapola dati utili da contratti commerciali e finanziari in brevissimi intervalli di tempo, dell’ordine dei secondi. Grazie alla combinazione di machine learning e algoritmi di apprendimento automatico, COIN è in grado di automatizzare tutte le attività di lettura ed interpretazione dei contratti, presentandosi come perfetto sostituto, in esse, del lavoro umano.
In particolare, grazie all’utilizzo di COIN, JPMorgan risparmia, annualmente, 360.000 ore di lavoro degli avvocati; questi ultimi possono, di conseguenza, rappresentare una risorsa per l’azienda in termini di creatività, in quanto la tecnologia può ora occuparsi delle mansioni più ripetitive.

Il 2018 è l’anno di Bank of America, che nel mese di maggio lancia Erica, l’assistente virtuale per la gestione dei portafogli e i servizi di customer care. Erica combina analisi predittiva e sistemi di machine learning, e permette agli utenti di accedere alle informazioni, trasferire denaro, organizzare incontri per eventuale assistenza, e diversi altri servizi per il cliente. Grazie alle tecnologie avanzate di machine learning su cui Erica si basa, quanti più utenti utilizzano e interagiscono con lei, tante più informazioni e dati gli algoritmi collezionano, e da essi imparano, diventando sempre più sofisticati. In particolare, Erica è in grado, da un lato, di effettuare ogni attività legata al customer care grazie all’utilizzo di comandi vocali; dall’altro, impara dalle interazioni con i clienti e dai dati raccolti, grazie agli algoritmi di machine e deep learning.
Sono più di un milione gli utenti che, ad oggi, utilizzano la tecnologia, numero in costante crescita dal lancio di Erica.

In conclusione, possiamo certamente affermare e confermare l’importanza e l’impatto dilaganti dell’Intelligenza Artificiale nel mondo finanziario e bancario, con una gamma di possibilità vasta e in continua crescita.
Il futuro del sistema finanziario risiede, senza dubbio, nella tecnologia, nell’innovazione, e nella capacità di appropriarsi in modo originale di tecnologie quali l’Intelligenza Artificiale e del suo fondamentale sottoinsieme del machine learning.

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