Come è ormai noto a tutti, il 2020 è un anno che passerà sicuramente alla storia. La pandemia ha imperversato e continua a farlo in ogni angolo del mondo, mettendo in ginocchio i sistemi sanitari e causando limitazioni e chiusure che coinvolgono interi settori dell’economia, dalla ristorazione all’ospitalità, dall’industria dell’aviazione al settore finanziario, nessuno è rimasto immune dalla crisi. Chiaramente ci sono stati settori che meglio hanno resistito all’ondata recessiva, pensiamo al settore farmaceutico o alle società del settore IT che hanno addirittura beneficiato della congiuntura. Abbiamo già approfondito nelle settimane precedenti le modalità con cui la crisi Covid-19 ha colpito i vari settori. Oggi, tuttavia, ci occuperemo di un altro settore che, in controtendenza  e nonostante le incertezze dei primi mesi, si appresta a chiudere un anno da record facendo segnare una delle migliori performance dalla crisi finanziaria del 2007-2008. Stiamo parlando dell’industria degli investimenti alternativi, in particolare degli Hedge Funds.

Prima di addentrarci nell’analisi delle performance, è utile ricordare cos’è un Hedge fund, quali sono le politiche di investimento gli eventuali profili di rischio da tenere sott’occhio.

Un fondo hedge, anche chiamato fondo speculativo altro non è che un fondo comune di investimento, dove il denaro raccolto mediante la sottoscrizione delle quote da parte degli investitori viene investito e amministrato da una società di gestione. La peculiarità degli hedge funds sta tuttavia nella ricerca di rendimenti più elevati rispetto a quelli di un comune fondo di investimento, ricerca condotta mediante politiche di investimento più “aggressive” quali le tecniche dello short selling (vendita allo scoperto) e l’effettuazione di investimenti “a leva”, ossia aumentando l’esposizione in un determinato asset ricorrendo all’indebitamento. Gli hedge funds possono inoltre investire senza limiti in strumenti altamente illiquidi o “rischiosi” come i futures, gli swaps e altri derivati. Tutto ciò chiaramente permette di ottenere rendimenti particolarmente elevati ma di contro espone a un maggiore rischio di perdere il capitale investito da parte dei sottoscrittori delle quote.

Ciò detto, passiamo adesso ad analizzare la performance dell’industria nel corso dell’anno. Secondo i dati pubblicati da Hedge Fund Research, l’HFRI 500 Fund Weighted Composit Index, un indice che racchiude i 500 più grandi hedge funds che riportano i dati nel database dell’HFR ha guadagnato il 4,64% nel mese di novembre, con un YTD da inizio anno del +5,62%, mentre l’HFRI 500 Equity Hedge Index ha guadagnato il 7,49% con un YTD del 10,88%. L’unico indice che ha fatto peggio su base annuale è stato l’HFRI 500 Macro Index, che fa registrare un YTD del -0,14%, con un andamento altalenante nel corso dei 12 mesi. A guidare le performance positive dell’indice sono stati principalmente gli hedge funds le cui strategie contemplavano l’investimento in titoli del settore Tech, ma anche quelli che hanno investito in volatilità. Con riferimento a quest’ultima infatti, dopo un biennio 2018-2019 che fatto registrare livelli molto bassi, il 2020 complice l’incertezza sul futuro ha visto schizzare il VIX ad un valore record di 82,06 nel mese di marzo, per poi scendere e mantenersi costante ma su livelli ben superiori rispetto al biennio precedente. Per quanto riguarda invece i flussi in entrata e in uscita dell’industry, secondo uno studio condotto da Prequin, si registra nel 2020 rispetto al 2019 un incremento degli AUM (asset under management) dell’1,1%, superando quindi i livelli pre-Covid, anche grazie alla buona performance degli ultimi mesi e raggiungendo un massimo di 3696 miliardi di dollari. Ad attrarre più capitale sono stati gli Hedge Fund Equity strategies (+21 miliardi) seguiti dai CTAs (+14,6 miliardi). In generale quindi, è possibile affermare che il 2020 sia stato l’anno migliore dell’ultima decade in una industry che aveva visto calare gli investimenti vertiginosamente dal 2015 in poi.

Quali prospettive per il 2021?

Secondo quanto affermato da Tony Pasquariello, Global Head of Hedge Fund Coverage for the Global Markets Division di Goldman Sachs, le aspettative per il 2021 sono positive, grazie anche al previsto miglioramento del quadro macro, con un Tasso di crescita del Pil Globale che dovrebbe attestarsi sul 6% secondo gli studi del Goldman Sachs Research. Secondo Pasquariello, è inoltre probabile che ci sia uno spostamento degli investitori dai fondi che investono prevalentemente nel Fixed Income Market (che hanno fatto registrare un anno record grazie ai tassi di interesse ai minimi storici) verso quelli che investono in strategie non tradizionali, mentre per quanto riguarda i managers, questi dovrebbero spostarsi alla ricerca dei rendimenti in settori diversi dal fixed income, ossia nel settore azionario, delle valute e delle materie prime. Un’altra boccata d’ossigeno quindi, dopo un anno tutto sommato non male per quello che il Time magazine ha definito come il peggiore di sempre.

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