Fanalino di coda tra le società del suo settore, Telecom Italia da qualche settimana è il centro di un news flow che ha forse come obiettivo primario quello di chiarire le vicissitudini che stanno interessando il gruppo di telecomunicazioni. Tra scalate in borsa e discese in profondo rosso, TIM è considerata la peggiore società tra le grandi aziende che operano nel suo settore di riferimento: tra Vodafone e Iliad che proseguono nel sottoscrivere trimestri in positivo in termini di ricavi e profitti, la nostra Telecom lo scorso 28 ottobre si è vista costretta a rivedere al ribasso le previsioni di utile per il 2021. E’ così che Luigi Gubitosi, attuale Amministratore Delegato del gruppo, ha annunciato il secondo profit warning nel giro di soli tre mesi. Che cosa ha condotto la società a prendere questa decisione? Due principali motivi possono fornirci una risposta a questa domanda. In primo luogo, la forte pressione competitiva sul mercato della telefonia fissa sta conducendo molti operatori del settore a ridurre i loro prezzi. Solo qualche settimana prima di presentare i risultati al 30 settembre, TIM aveva annunciato il lancio di una promozione a scadenza offrendo un abbonamento mensile TIMVision con alcune delle principali piattaforme incluse (tra cui Netflix, e Disney+) a meno di €45. Il secondo elemento è stato indubbiamente l’inaspettato risultato deludente dall’alleanza con DAZN. L’operatore di telefonia e il provider di contenuti in streaming avevano stretto un accordo per la condivisione della Serie A, con un valore economico attorno ai €340m. Nonostante le aspettative fossero differenti, stando ai primi dati di audience i numeri sembrano non aver confermato ciò che Telecom si augurava di ottenere. A peggiorare ulteriormente la situazione, Iliad durante l’estate ha annunciato la sua intenzione a lanciarsi nel mondo della telefonia fissa. Al momento ancora nessuna offerta è stata proposta dall’operatore francese, anche se confermata dal management della società durante la presentazione delle trimestrali agli investitori. Nonostante il prezzo delle azioni Telecom sia ormai ai suoi minimi livelli, nelle scorse settimane TIT ha chiuso alcune giornate di borsa in territorio verde. A guidare questi rialzi la notizia del possibile takeover da parte del fondo americano KKR, attualmente azionista di FiberCop (la società in cui TIM ha spostato una parte della sua rete telefonica) al 37.5%. Stando a quanto riportato dal Corriere della Sera, il fondo avrebbe presentato un’offerta di acquisizione per l’intera rete TIM destinata a rimanere sul tavolo per quattro settimane. Nonostante questa notizia, Telecom ha fatto sapere attraverso un comunicato stampa che nessuna negoziazione è attualmente in corso né per la vendita della rete né di altri asset strategici della società. A portare ulteriore instabilità sulla società italiana è la posizione di Vivendi, azionista di TIM al 23.5%, che ha espresso la sua contrarietà alle intenzioni di KKR ritenendosi un investitore di lungo periodo interessato a che Telecom continui il suo processo di crescita aggiungendo che CVC private equity potrebbe essere un acquirente preferito al fondo americano. Nonostante ciò, il gruppo francese lo scorso 11 Novembre aveva richiesto un consiglio di amministrazione proprio con l’obiettivo di definire le linee guida alla base del piano industriale di Telecom e di chiarire la posizione di Gubitosi come AD della società. Qualora la proposta di KKR venga accettato o meno al momento non è certo, né tanto meno se l’attenzione si sposterà su altri potenziali acquirenti. In attesa di una risposta definitiva, il mercato sembra aver creduto nell’interesse di KKR. Chi avrà ragione?

 

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