In seguito ai crolli e l’estrema volatilità dei mercati, quest’anno sembra presentarsi una grande incertezza sui trend futuri. Nonostante la poca correlazione mostratasi tra i mercati finanziari e l’economia reale gli investitori si muovono con molta cautela e non sembrano essere pronti ad una fase bull. Rimane una chiara evidenza che i massicci interventi da parte delle banche centrali per l’immissione di liquidità contribuiscono a rendere i bond nazionali sempre meno appetibili per gli investitori, che stanno cercando rendimenti sul mercato azionario per poter migliorare il profilo di performance dei loro portafogli. Questo però potrebbe non essere sufficiente a contrastare eventuali ribassi, la volatilità di breve periodo o una crescita troppo “moderata”.

Esiste una categoria di prodotti finanziari che potrebbe essere nota per la flessibilità nell’adattarsi a situazioni di mercato stabili, moderatamente rialzisti o ribassisti, e quindi di realizzare una overperformance rispetto ad un investimento diretto, ed è quella degli investment certificates.

Essi fanno parte della più grande categoria di cerificates, che ACEPI (Associazione Italiana Certificati e Prodotti di Investimento) divide in due gruppi principali: investment certificates, appunto e leverage certificates. Questi ultimi per via del loro utilizzo dell’effetto leva, sono rivolti perlopiù ad investitori con obiettivi di investimento brevi ed alta propensione al rischio.

Gli investment certificates sono strumenti finanziari che rientrano nella categoria dei derivati cartolarizzati e che permettono l’esposizione alla performance del sottostante garantendo un meccanismo di protezione parziale, condizionata o addirittura totale del capitale investito che rende perciò tali strumenti di investimento relativamente meno rischiosi rispetto ad un’esposizione diretta sul sottostante.

La particolarità che riduce il rischio risiede generalmente nella personalizzazione dell’investimento che diventa ad hocper il soddisfacimento dei bisogni dell’investitore (sono disponibili diverse strutture) e dal fatto che sono emessi dagli stessi intermediari finanziari, perciò il pagamento di eventuali flussi di cassa è a carico dell’intermediario e l’acquirente del certificate si accolla il rischio emittente, in quanto è quest’ultimo ad operare come Market Maker ed a gestirne la liquidità. Allo stesso tempo, se il sottostante paga dividendi, questi non sono corrisposti in quanto non lo si possiede direttamente.

Per quel che riguarda le caratteristiche generali dei certificates, partendo dal fatto che si tratta di titoli e non di contratti, questi sono regolamentati, quotati e negoziabili sul mercato SeDeX (di Borsa Italiana) o su Cert-X (di EuroTLX), molto liquidi e presentano vantaggi fiscali (sono considerati redditi diversi). Naturalmente, l’alta liquidità non esclude che l’investitore in caso di smobilizzo anticipato non incorra in perdite, in quanto l’orizzonte temporale di investimento resta comunque un punto cruciale. Tali caratteristiche li rendono molto utili se utilizzati per migliorare la performance e la diversificazione di un portafoglio.

A seconda poi della propensione al rischio e dei bisogni di rendimento dell’acquirente e dell’orizzonte temporale di investimento, ve ne sono diverse tipologie con diverse strutture ben definite nei loro prospetti informativi.

Una tipologia di investment certificates tra quelli che proteggono il capitale investito condizionatamente al rispetto di determinati requisiti di barriera è quella dei Cash Collect. Questo strumento permette all’acquirente di incassare a scadenza il valore di emissione (strike price) maggiorato di un premio “condizionato” e di ricevere periodicamente diversi premi, condizionati e non, distribuiti nel periodo di investimento. Più precisamente, al momento di acquisto vengono fissati oltre che il sottostante (che può essere un’azione, un’obbligazione, un indice, una materia prima, ecc.) ed altre caratteristiche tecniche (quali strike price, scadenza, lotto minimo, codice ISIN, ecc.), anche la barriera ed i premi.

Il livello di barriera indica il livello di prezzo minimo del sottostante al di sotto del quale, se dovesse scendere, l’investitore perderebbe la protezione sul capitale investito, il quale rimborso a scadenza sarebbe appunto correlato al valore del sottostante (e quindi si incorre in una perdita in quanto sarà al di sotto del prezzo di emissione). Nel caso in cui il prezzo sia al di sopra della barriera allora l’investitore può ricevere sia i premi condizionati che il valore di emissione maggiorato di premio finale. Al contrario, i premi incondizionati sono indipendenti dall’attività finanziaria sottostante perciò vengono sempre corrisposti e sono solitamente fissi.

Dunque, durante il periodo di vita del Cash Collect Certificate, in base a quanto espresso e prestabilito nell’informativa, l’investitore riceve dei premi fissi periodici indipendentemente dall’andamento del sottostante e dei premi condizionati al fatto che nei momenti di rilevazione del prezzo questo non sia al di sotto della barriera (date prestabilite). Quindi se in più date di osservazione il prezzo del sottostante risulta sempre essere al di sotto del livello richiesto, l’investitore potrebbe essere fortemente penalizzato, specialmente se il sottostante è caratterizzato da alta volatilità.

Per ovviare a questo problema esiste un’ulteriore sottocategoria di strumenti, quella dei Memory Cash Collect, che oltre alle caratteristiche di base presentano la peculiarità del cosiddetto effetto memoria. Tale clausola permette all’acquirente di non perdere eventuali cedole non pagate in sede di osservazione (in quanto il prezzo era al di sotto del livello di barriera) e di recuperale nel caso in cui ad una delle osservazioni successive sussistono i requisiti. Se per più volte consecutive i premi condizionati non sono stati pagati ma, all’ultima rilevazione il prezzo del sottostante è al di sopra della barriera, l’investitore incassa anche tutti i premi precedenti.

Inoltre, per alcune tipologie di Memory Cash Collect è prevista anche la scadenza anticipata, che si applica a partire da una certa data intermedia di rilevazione del prezzo, che se dovesse essere al di sopra di una soglia prestabilita (solitamente lo strike price) consente all’investitore di ricevere il capitale iniziale più eventuali premi ancora non incassati (grazie all’effetto memoria).

Recentemente Vontobel ha emesso nuovi Memory Cash Collect su diversi settori e con livelli di barriera che vanno dall’80 al 50% del valore dello strike price (quindi relativamente bassi nel secondo caso).

Due di questi nuovi certificates sono correlati all’oro ed in particolare il sottostante in un caso è il titolo Barrick Gold e nell’altro è il paniere dei tre titoli Barrick Gold, Kinross Gold e Newmont, che sono tutte aziende impegnate nell’estrazione dell’oro.

Per dare un esempio pratico, il certificate su Barrick Gold presenta queste caratteristiche: barriera per il rimborso anticipato al 100% (27,11 dollari), barriera inferiore al 60% (16,27 dollari), premio con effetto memoria di 7,6 euro (7,6% p.a.) e scadenza 6 maggio 2024.

Tra i sottostanti delle altre nuove emissioni ci sono sia singoli titoli/ indici che panieri, quali NASDAQ-100 e S&P 500, Burberry, Hermes e LVMH, Société Générale e Commerzbank, e Amazon, Beyond Meat, Snap e Uber.

 

 

 

 

 

 

 

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